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ARCO DOGANA

ARCHITETTURA

Mantiene ancora il suo antico splendore la possente porta di accesso al borgo di Traona, nonché sede dell’antica dogana, voluta dai podestà residenti in paese, per la riscossione dei dazi commerciali, imposti sui transiti delle merci che avvenivano in quest’area, antico nodo strategico sulla Via Valeriana, unica strada che collegava la Valtellina a Milano e il Lago di Como. In alto, al centro dell’arco, domina lo stemma della nobile famiglia Parravicini, un candido cigno su uno scudo rosso.

CASTELLO DI DOMOFOLE

Sopra Traona sorge un antico castello altomedievale della Costiera dei Cech. Popolarmente noto come il “Castello della Regina”, si crede che sia stato dimora di una delle più potenti regine longobarde, Teodolinda, giunta in Valtellina per convertire la popolazione al cristianesimo e cercare l’oro che si pensava giacesse nei meandri della Alpi Orobie. La storia narra che Gundeberga, figlia di Teodolinda, fu tenuta prigioniera per tre lunghi anni tra le mura del castello perché accusata ingiustamente di cospirare per la morte del marito, re longobardo, Arioaldo.

Gundeberga non trovò pace nemmeno dopo la morte. Ci sono infatti testimonianze di avvistamenti dello spirito di una dama bianca che si aggira nel castello di notte, non è chiaro però se si tratti della figlia di Teodolinda, dell’illustre regina stessa o di Adelaide, vedova del re Lotario, che fu anch’essa imprigionata nel castello attorno al 950. Questa location, ristrutturata di recente, regala a chiunque la visiti un’esperienza unica, fatta di curiosità e suggestione.

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PALAZZO MASSIRONI

PALAZZI

Le origini di questo palazzo, che ha caratterizzato la storia di Traona, risalgono al XVI secolo. L’ingresso a questo imponente edificio, un portone ad arco impreziosito da sculture in granito, introduce in un maestoso cortile circondato da arcate, sostenute da poderose colonne in granito in stile dorico, che si ripetono nei loggiati dei piani superiori. La pavimentazione del cortile è di ciottoli in selciato con al centro una grande pietra circolare che, si ipotizza, servisse per legale i cavalli.

Di grande interesse è la trattoria, operativa da oltre 100 anni, presente nell’edificio, che mantiene al suo interno inalterati particolari storici come i soffitti a volta, la sala con il grande e antico camino, la ghiacciaia profonda 10 m e le cantine sottostanti, ad oggi utilizzate come dispensa e come location per eventi enogastronomici/culturali.
Il primo piano detto “nobiliare” era riservato ai componenti della famiglia perché più ricco e di comodo accesso. Il secondo piano era adibito ad alloggio della servitù e destinato alle attività domestiche, esso infatti presenta una sala in cui si trova l’antico forno dove veniva cotto il pane.

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PALAZZO PARRAVICINI
ORA MUNICIPIO

Il Palazzo Parravicini, ora sede del Comune di Traona, risale al Seicento e fu dimora di numerosi membri della famiglia Parravicini, discendente da un consigliere e paladino dell’imperatore Carlo Magno. Lo stemma del casato, un cigno candido su uno scudo rosso, compare diverse volte all’interno del palazzo e viene richiamato anche nel logo comunale. L’edificio conserva straordinarie caratteristiche architettoniche, come l’ampio portone d’accesso che introduce in un grande loggiato acciottolato, sorretto da colonne di granito con soffitto a volta.

Nei locali, adibiti a uffici e sale comunali, rimangono inalterati particolari artistici come maestosi camini decorati da preziosi stucchi, pavimentazioni antiche di piastrelle in cotto lombardo ed eleganti scale in sasso che permettono di muoversi tra i piani della struttura. Da non perdere è il “Salone dei Re”, una meravigliosa sala caratterizzata da svariati dipinti con soggetti mitologici e religiosi, decorati da eleganti cornici in stucco che si estendono in tutta la stanza e 4 medaglioni raffiguranti Re e Imperatori, da cui prende il nome questa sala. Un altro particolare di grande interesse è l’Avello Sepolcrale risalente alla fine dell’epoca romana presente nei giardini del palazzo, uno dei pochi reperti archeologici di quest’epoca scoperti in Bassa Valtellina.

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